Un papà con il figlio di 10 anni, dopo un lungo viaggio in auto, si fermano stanchissimi in un albergo per trascorrervi la notte. Alla reception il portiere avverte che, purtroppo, l’unica camera disponibile si trova al 16° piano, che l’ascensore non funziona ed il facchino è in sciopero.
Non essendoci alternative, il papà, rassegnato, si carica i bagagli in spalla e cominciano la faticosa salita.
Giunti al primo piano, il bambino dice: “papy, devo dirti una cosa…”. E il papà: “non adesso figliolo, non adesso…”.
Giungono al secondo piano e nuovamente il bambino: “papy, devo dirti una cosa…”. “Non adesso figliolo, non adesso…”. Il bambino tace.
Giunti però al terzo piano, ancora il bambino: “papy, devo dirtela assolutamente una cosa…”. Non adesso figliolo, non adesso, me la dirai quando saremo arrivati.
Il bambino non si rassegna e giunti al quarto piano: “papy, devo dirti una cosa… E’ MOLTO IMPORTANTE!”. E il papà: “figliolo, ti ho detto che non è il momento, me la dirai quando saremo arrivati in camera, adesso sono troppo stanco e occupato a salire i bagagli!”.
Giungono al quinto piano. “Papy, ti assicuro che è importante che io te lo dica, altrimenti rischi…”. Viene interrotto dal rimprovero del papà che, ansimante per lo sforzo e la fatica, lo riprende: “adesso basta! Ti ho detto che non voglio sentire niente, me lo dirai quando saremo arrivati sopra”.
Ma il bambino, mai rassegnato e certo che ciò che deve dire è assolutamente importante, continua ad insistere ad ogni piano, beccandosi ogni volta un rimprovero sempre più aspro da parte del papà.
Giunti finalmente al 16° piano, pressochè distrutto dalla fatica e con la lingua di fuori, il papà dice al figlio: “allora figliolo, si può sapere cosa diavolo dovevi dirmi di così importante?”. E il bambino: “hai dimenticato le chiavi della camera alla reception…”
Non date mai per scontato che quello che dicono i vostri figli sia meno importante di quello che state facendo o pensate voi…