Andersen, Hans Christian (Odense 1805 – Copenaghen 1875), scrittore danese, uno dei massimi autori europei di letteratura per l’infanzia.
Di famiglia umile, orfano a undici anni, a quattordici fuggì a Copenaghen, dove ebbe l’opportunità di studiare grazie all’aiuto di Jonas Collin, direttore del Teatro reale.
Fin dal 1822 cominciò a pubblicare volumi di prosa e poesia e a comporre opere teatrali, ma il successo gli arrise soltanto con il romanzo L’improvvisatore (1835).
Compì lunghi viaggi in Europa, Asia e Africa e fu autore fecondo, anche di resoconti di viaggio, come il bazar di un poeta (1842).
La sua fama si fonda però sugli oltre 150 racconti per l’infanzia, che appartengono ormai ai classici della letteratura mondiale.
Ben lontano dall’imitare i suoi immediati predecessori nel genere del racconto, quali Charles Perrault, Antoine Galland ed E.T.A. Hoffmann, o i fratelli Grimm, Andersen seppe esprimere mirabilmente le emozioni più sottili e le idee più fini attraverso un uso equilibrato del linguaggio corrente e delle espressioni popolari, passando senza difficoltà dalla poesia all’ironia, dalla farsa alla tragedia, dal quotidiano al meraviglioso.
La sua opera appare innovativa non solo nello stile ma anche nei contenuti: Andersen usò infatti un linguaggio quotidiano ed espresse nelle fiabe pensieri e sentimenti fino ad allora ritenuti estranei alla comprensione di un bambino, attraverso le vicende di re e regine storici o leggendari, ma anche di animali, piante, creature magiche e persino di oggetti.
Alcuni fra i suoi titoli più noti sono Il brutto anatroccolo, I vestiti nuovi dell’imperatore, La regina delle nevi, Scarpette rosse e, forse la più conosciuta, La sirenetta.
Le fiabe di Andersen sono state tradotte in tutte le lingue e hanno ispirato innumerevoli opere teatrali, balletti, film, nonché opere d’arte figurativa.
Nella foto in anteprima la lapide che ricorda il suo soggiorno romano.
Devi accedere per postare un commento.