Vi è mai capitato di recarvi in farmacia per l’acquisto di un medicinale particolare, e sentirvi rispondere che non è disponibile?
Generalmente la carenza di un medicinale dipende da diversi fattori, frequentemente legati alla produzione, commercializzazione e distribuzione, oppure nella difficoltà di reperire il principio attivo.
Allorchè si verificasse una situazione del genere, l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) raccoglie la segnalazione che proviene dall’azienda farmaceutica e adotta le misure necessarie per la soluzione una volta che ha accertato l’effettività e l’entità di quanto segnalato.
Va tuttavia precisato che è necessaria una distinzione tra irreperibilità del farmaco da una momentanea indisponibilità. L’indisponibilità di un farmaco è determinata da problemi della distribuzione a causa del fenomeno dell’esportazione parallela.
In sostanza i grossisti preferiscono vendere all’estero, verso paesi comunitari, dove il prezzo praticato è più alto di quello stabilito in Italia, e dunque è più favorevole per le aziende che privilegiano il mercato europeo rispetto a quello italiano, perchè fonte di maggior guadagno.
La pratica seppur lecita in quanto prevista dalle norme sul libero mercato, va di fatto a discapito dell’ammalato italiano, spesso costretto a lunghe attese e più frequentemente a cambiare medicinale con altri contenenti principi attivi meno efficaci.
In aiuto viene tuttavia l’art. 215 comma 4 del Decreto Legislativo nr. 219 del 2006, grazie al quale il titolare dell’AIC (Autorizzazione all’immissione in commercio) è obbligato a fornire entro le 48 ore dalla richiesta pervenuta dalle farmacie, anche ospedaliere, un medicinale che non è reperibile nella rete di distribuzione regionale.
Il modulo di richiesta, si evince, va fatto compilare dalle farmacie che lo inviano direttamente alla ditta produttrice.
Per maggiori informazioni collegatevi al sito dell’AIFA.
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