Ho inventato la macchina del tempo, era da 6 anni che ci lavoravo ininterrottamente giorno e notte, col sole e con la pioggia, senza pause e saltando le vacanze e le festività.
Per me le stagioni erano tutte uguali, chiuso nel mio studio a ragionare e costruire, consultare libri e guardare film di fantascienza.
Alla fine ce l’ho fatta, ho prodotto i primi dieci prototipi (sono disponibili in vari colori per le esigenze di tutti, dai teenagers agli anziani): sono dei dispositivi da polso come gli orologi al quarzo con un unico grande display sul quale inserire una data del passato (per ora si può solo viaggiare dietro nel tempo): giorno, mese, anno ed orario, si preme il bottone “Go!” ed il viaggio inizia!
Ho distribuito i dispositivi a dieci volontari, sei erano sposati, gli altri erano single.
Ho impostato le loro macchine del tempo in modo che avessero un’autonomia di due giorni, ciò significava tornare nel nostro tempo entro 48 ore dalla partenza.
Ieri sera a mezzanotte è scaduto li termine: dei sei sposati, quattro sono tornati ed oggi sono soli avendo modificato il passato per evitare di conoscere i loro ex-partners, due hanno preferito vivere in un’altra epoca.
Tutti mi hanno pregato di avere la possibilità di un altro viaggio, sono disposti a pagare somme sproporzionate pur di non vivere l’attuale presente, desiderano un’altra chance.
I quattro single sono tutti rientrati: hanno cambiato il loro destino e fra qualche giorno si sposeranno.
Però mi hanno già chiesto la possibilità di un nuovo viaggio nel passato casomai il matrimonio non dovesse andar bene, vorrebbero rimediare all’(eventuale) errore.
Osservando i miei volontari ho capito di aver reso infelici tutti e di aver creato una dipendenza col passato impedendo loro di vivere il presente e progettare il futuro.
Ognuno di loro pensa a come risolvere i problemi effettuando scelte diverse prima senza affrontarli oggi.
Vivono tutti col rimorso di non aver fatto la cosa giusta e si perseguitano con continue domande su come sarebbe stata la loro vita se avessero preso decisioni diverse. Non hanno capito un concetto fondamentale: non è possibile giudicare le scelte passate con gli occhi di oggi.
Se ognuno di noi avesse l’esperienza prima di intraprendere una strada significherebbe sapere già quella scelta dove porta mentre ciò è possibile scoprirlo solo alla fine del sentiero.
E così ho distrutto la macchina del tempo.
Non serve, la vita è adesso.
Mario Monfrecola, già webmonster di faCCebook.eu, il blog di “mostri”. Adesso il mio sito è mariomonfrecola.it