Lo ammetto, con particolari persone il pregiudizio prende il sopravvento in me. Non ci posso far nulla, prima ancora di approfondire la loro conoscenza, in modo preconcetto, mi risultano non gradite.
Se potessi (ma a volte non posso), le eviterei sistematicamente e impedirei a codesti di entrare nella mia vita. Purtroppo non è sempre possibile, spesso me le ritrovo davanti ed ogni giorno sono costretto ad intersecare la mia esistenza con la loro.
Questa frequentazione forzata mi porta quasi sempre a due distinti sbocchi: il primo conferma il pregiudizio e ciò che era un’opinione creatasi prima della diretta conoscenza dell’interessato, diviene una certezza.
E’ il trionfo dell’istinto, è la vittoria dell’idea natia legata all’irrazionalità ed alla parte più selvaggia del nostro cervello, quella componente della testa che basa il feeling su odori, alchimia, sguardi, testosterone.
E’ la parte incontrollata della mente che ci ricorda che siamo ancora animali (per fortuna). E’ lo sbocco che preferisco.
L’alternativa, invece, è il cambio di opinione: il pregiudizio era basato veramente su convincimenti comuni ai più atto a impedire un giudizio spassionato.
La frequentazione mi permette di conoscere gradualmente la persona e, nel tempo, rivedo la naturale antipatia che provavo.
Stavolta si tratta del successo della civiltà (intesa come società guidata dalle regole del buon vivere), è l’affermazione del galateo, è la conquista della razza umana in milioni d’anni di evoluzione.
Con questo post credo di aver fornito una motivata risposta ai tanti mostri che mi definiscono “freddo, timido, che non dò confidenza, distante, ascetico, pesante, poco socievole, …”.
Vi piaccia o meno, non cambierò idea su di voi (nonostante l’evoluzione).
Mario Monfrecola, già webmonster di faCCebook.eu, il blog di “mostri”.
Adesso il mio sito è mariomonfrecola.it