Da una foto satirica scattata da mio cognato con il suo nuovo smartphone che ha trasformato il mio volto in un viso-ciccione è scaturito questo post con il quale pubblico dei semplici consigli per contrastare l’obesità dilagante presente nella nostra moderna società.
L’obesità, una malattia cronica legata soprattutto agli abusi alimentari ed alla vita sedentaria. E’ giunta l’ora di svelare al mondo intero i miei segreti per conservare una perfetta forma fisica, come la mia…
Mio cognato, per provare il suo nuovo smartphone e stupire i parenti, mi ha scattato una foto con la nuova app Android Fatbooth.
Il risultato mi ha divertito ed incuriosito, il mio volto ingrassato mi ricorda la caricatura che un artista di strada realizzò qualche anno fa durante una vacanza a Stoccolma per poche decine di euro. In entrambi i casi le guance gonfiate trasformano la mia espressione da “intelligente” a … ridicola! Bellezza, questa è la satira!
Eppure, mentre il disegno di Stoccolma rappresentava la “visione” dell’artista, cioè la mia immagine ritratta attraverso gli occhi di un pittore, la foto di mio cognato è l’evoluzione del mio volto secondo algoritmi scientifici, numeri e calcoli che si intrecciano con complesse formule di bit e pixel.
Sia il genio artistico che le fredde elaborazioni di un computer hanno ottenuto lo stesso effetto: il sorriso di chi osserva le immagini. Il grassone ispira simpatia, nulla da obiettare ma l’obesità è una malattia.
Superata la fase del divertimento, mi sono chiesto: “un giorno, potrei diventare veramente così ciccione?”
Non è che oggi sia un figurino ma nemmeno assomiglio a Sherman Klump, il professore di genetica interpretato da Eddie Murphy ed alle prese con l’obesità nel film Il professore matto!
Ciò che mi interessa è conservare una giusta forma fisica senza forti rinunce alimentari.
Ed allora in tanti, vedendomi mangiare ed osservando la quasi assenza della pancia, mi chiedono come far coesistere il piacere della cucina con una forma fisica accettabile? Io non sono certo un dietologo, non pratico palestre e non vivo di privazioni ma col tempo ho imparato che il termine “dieta” in realtà significa educazione alimentare. In breve, ecco le semplici regole che seguo.
Alla base di tutto c’è la necessità ed il piacere di praticare un’attività sportiva con regolarità.
Io mi diletto a giocare a tennis e calcetto, almeno una volta a settimana scendo in campo per un’oretta e oltre a svagarmi, l’attività fisica è un ottimo antidoto anche per la vita sedentaria che il mio lavoro impone.
Un altro buon consiglio che mi sento di proporre è rinunciare al pane sia a colazione che a pranzo e vi garantisco che non mangiarlo fino a cena è davvero un sacrificio vista la bontà del pane cafone che si vende dalle mie parti!
L’ultima regola che mi sono imposto riguarda i dolci: dal lunedì al venerdì niente dessert, eliminati quasi del tutto briosche, merendine e schifezze varie. In cucina nessun eccesso di zuccheri.
Per me, oramai, queste semplici principi non rappresentano più un sacrificio bensì sono uno stile di vita che seguo quotidianamente in modo spontaneo e senza fatica ricordandomi sempre che l’eccezione va sempre assecondata, una pizza a pranzo non me la nego così come un gelato infrasettimanale.
Il risultato? Non sono un atleta, ho un po’ di pancetta e sono in sovrappeso di alcuni chili ma mi sento bene con me stesso, e non è poco.
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Mario Monfrecola, già webmonster di faCCebook.eu, il blog di “mostri”.
Adesso il mio sito è mariomonfrecola.it