Nel corso della lunga storia dell’umanità, le persone hanno sempre temuto che qualcosa di pesante cadesse sulla Terra e uccidesse tutti gli esseri viventi. Alcuni lo credono in virtù dei dettami delle loro religioni, altri lo fanno credere perchè con tutte le storie sull’apocalisse hanno saputo riempire il loro portafoglio. Ma stavolta la storia sembra essere diversa. E’ infatti scientificamente noto che l’asteroide 1998 OR2 il prossimo 29 aprile, volerà vicino alla Terra e gli scienziati, riferendosi alle sue dimensioni (4,1 km di diametro), lo definiscono il corpo celeste potenzialmente più pericoloso dopo quello che ha generato la fine dell’era dei dinosauri.
C’è da temere?
In questo momento tuttavia, poche persone lo prendono sul serio e temono la scomparsa della vita sul pianeta a causa di questo asteroide; infatti l’asteroide 1998 OR2 sorvola il cosmo in un momento decisamente infelice per poter ottenere un po’ di pubblicità tra il genere umano, dal momento che l’umanità ha già a che fare con il coronavirus (covid-19) la cui pandemia è globale e che si teme spazzerà via parte della popolazione mondiale, salvo vaccini ancora da individuare.
L’asteroide 1998 OR2 pare volerà a circa 6 milioni di chilometri dalla Terra – (che in termini cosmici sono un’inezia) e quindi non così lontano da far ipotizzare spedizioni per la sua distruzione (come hanno fatto gli eroi del film “Armageddon”). La NASA infatti crede molto nella possibilità di deviarne la traiettoria scaricandogli addosso un arsenale nucleare.
Asteroide 1998 OR2 o covid-19, ci sarà a breve la fine del mondo?
Sappiamo che il giorno del giudizio universale è stato predetto dagli indiani Maya, secondo i quali si doveva verificare il 21.12.2012 (data controversa anche questa) e sarebbe accaduto qualcosa di terribile: o un meteorite avrebbe colpito il nostro pianeta, od una catastrofe, oppure un buco nero aperto in prossimità del sistema solare capace di inghiottirlo, o qualcos’altro ancora che avrebbe dovuto cancellare la vita sul pianeta.
Ma nessuno ha capito con precisione quante persone avrebbero dovuto aspettare il giorno del giudizio (21 o 23 dicembre – il primo appuntamento è considerato ufficiale, ma molte fonti si riferiscono al secondo). Come se fosse una previsione.
Alcuni anni fa, il rover Curiosity della NASA ha scoperto un insolito meteorite sul Pianeta Rosso.
La religione e la fine del mondo
Nel 2016, Pacific Standard ha pubblicato un testo su come la religione influenza le percezioni delle persone sulla fine del mondo. Secondo tale pubblicazione:
1. Le principali religioni spiegano su come finirà esattamente la vita sulla Terra. Alcuni si riferiscono a ciò in maniera assolutamente neutrale, così come verrà ricostruita la parte successiva della storia dell’umanità. Altre parlano della fine del mondo con ispirazione: collegano questo evento a qualcosa di globale e incredibile.
2. Alcuni, avvalendosi di calcoli matematici, hanno cercato di prevedere il probabile giorno in cui sarebbe arrivata la fine del mondo poichè già in epoche precedenti ciò è avvenuto: quindi, secondo tali strampalati calcoli, la fine del mondo potrebbe verificarsi a partire dai primi anni o dai primi secoli della nostra era, ed avverarsi al massimo con l’inizio del terzo millennio.
3. In molti hanno provato a prevedere date e momenti esatti, ma in pochi si sono scusati quando le loro previsioni non si sono avverate rivelandosi delle baggianate.
4. Molti credenti pensano seriamente che a causa della fine del mondo si avvicineranno di più a Dio.
5. Infine, sempre secondo tale pubblicazione, esiste un certo gruppo di credenti il quale ritiene che la fine del mondo sarà la logica ed ineludibile fine dell’evoluzione dell’umanità come specie, come accaduto per i dinosauri
La previsione dei Maya
Ed Stetzer, direttore esecutivo del Wheaton College Evangelism Center, ha dichiarato: “L’apocalisse in questi giorni equivale alla distruzione e omicidio. Allo stesso tempo, per i cristiani, è associato alla purificazione ”.
Le persone credono ancora nelle previsioni dei Maya, una civiltà che è scomparsa circa mille anni fa. Robert Sitler, professore all’Università di Stetson in Florida, che studia culture latinoamericane, in una delle sue opere ha esaminato le previsioni degli indiani e la loro influenza sull’uomo moderno.
Per questo, Sitler ha letto molti documenti religiosi sopravvissuti da quei tempi. Inoltre, ha trovato gli antenati più vicini degli indiani in Messico e negli Stati Uniti e ha chiesto loro: a) dell’atteggiamento nei confronti delle previsioni fatte più di mille anni fa; b) Di quello che stanno facendo ora.
Sitler ha scoperto che i rappresentanti moderni del clan Maya sono persone comuni che non aderiscono agli ordini ed allo stile di vita dei loro antenati. Non credono particolarmente nelle previsioni sulla fine del mondo, sebbene siano contenti che tutti stiano ancora parlando di Maya. Sitler ha avanzato la teoria del perché proprio le previsioni della fine del mondo fossero così fortemente impresse nella coscienza delle persone religiose. A suo avviso, il triste scenario previsto dagli indiani era strettamente intrecciato con le credenze di molte fedi, anche quella cristiana.
Per questo motivo, le persone non solo credevano nell’apocalisse, ma lo credono ancora.
Paura e profitto
Ovviamente, dalla paura inconscia di noi tutti verso un’apocalisse, c’è chi trae profitto. Con libri, fumetti e soprattutto la cinematografia (“The Walking Dead“, “War of the Worlds Z“, “I am a legend” sono solo alcuni), in molti hanno guadagnato miliardi. Ma non sono da escludere i vari santoni che affidandosi alla paura ed alla credulità della gente, in vari modi hanno trovato il modo di rimpinguare il proprio portafogli.
Alcune persone ne sono così convinte che in molti hanno acquistato perfino dei bunker ove rinchiudersi in caso di guerra nucleare, oppure hanno prenotato un posto in una casa su un’isola deserta quindi, allo scopo di ridurre il rischio di essere morsi da eventuali zombi (“I am a legend”).
In uno studio monumentale del Washington Post si dice che ora la maggior parte delle persone moderne non crede in una data precisa per la fine del mondo. Allo stesso tempo, capiscono che il pianeta si sta inevitabilmente dirigendo verso la catastrofe e con ragioni diverse.
Intanto l’aggravarsi della situazione politica internazionale, che nel caso di un crescendo delle tensioni potrà portare ad un conflitto nucleare. Poi i numerosi virus pericolosi: a non molti viene assegnato lo stato di pandemia limitandosi all’epidemia locale (come l’ebola), mentre invece il contagio causato dall’attuale coronavirus COVID-19 è stata definita pandemia poichè ha copito tutti i continenti. Non scordiamoci del riscaldamento globale, il quale è ritenuto peraltro causa di altre calamità (uragani, alluvioni, siccità, terremoti ecc). Per questo molte persone sono convinte che ciò sia il risultato dell’attività umana per il mancato rispetto della Natura. Gli errori commessi dall’uomo ci porteranno alla distruzione di massa.
Le persone sono ormai così abituate all’idea che un giorno la loro storia universale finirà tristemente, che proprio ora c’è chi sta predicendo una data approssimativa. Un vivido esempio è Doomsday Clock, un progetto dell’Università di Chicago, fondato da importanti scienziati nucleari.
Il Doomsday Clock
L’essenza del Doomsday Clock è questa: scienziati e numerosi esperti invitati (tra cui alcuni vincitori di premio Nobel) valutano l’attuale situazione politica e, su questa base, spostano la freccia verso mezzanotte. Quando la freccia raggiunge la mezzanotte, quindi, secondo la commissione, ci sarà una guerra nucleare che distruggerà l’umanità.
Ora la freccia si è fermata di un minuto e 40 secondi da mezzanotte (l’ultima volta è stata spostata a causa del deterioramento delle relazioni tra Stati Uniti e Iran). Prima di questa, nel 2017, quando Trump ha annunciato la sua intenzione di espandere l’arsenale nucleare statunitense. Ma così vicino alla mezzanotte come adesso, mai…
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