Cenni storici sul terrorismo

Cenni storici sul terrorismo

Il terrorismo è una forma di lotta politica basata su violenze indiscriminate, destabilizzanti e spesso con vittime innocenti.

Volendo dunque fornire alcuni cenni storici sul terrorismo, esso è da considerarsi un metodo di lotta politica basato sul ricorso alla violenza.

Il terrorismo è quindi volto a generare un diffuso sentimento di insicurezza e di panico e quindi a creare un clima favorevole alla realizzazione di obiettivi di natura politica o militare.

Azioni terroristiche possono aver luogo in situazioni di gestione autoritaria del potere (dove risulta impossibile, o comunque difficile e rischioso, condurre pubblicamente e pacificamente una lotta politica al gruppo o al partito al potere).

O anche in situazioni i cui viga un sistema democratico, quando minoranze, che non possono far conto sulla presa del potere attraverso libere elezioni, vogliano con la violenza attuare un radicale cambiamento politico; o quando si intenda perseguire la liberazione di territori occupati da un esercito o da una forza nemica.

I Sicarii

Uno dei primi esempi conosciuti di movimento terrorista sono i “SICARII”, una setta religiosa organizzatissima, composta di uomini provenienti dalle classi inferiori, attiva nella guerra partigiana in Palestina degli anni 66-73 d.C.

Le fonti che ci rivelano qualche cosa della loro attività sono scarse e qualche volta contraddittorie ma sappiamo dallo storico Giuseppe che i Sicarii facevano ricorso a tattiche non ortodosse, come, per esempio, aggressioni contro i loro avversari compiute alla luce del sole, preferibilmente nei giorni festivi, quando Gerusalemme si riempiva di folla.

La loro arma favorita era una spada corta (la sica)

La celavano sotto il mantello (foto accanto).

Possiamo dire, con le parole dell’esperto del club di DE QUINCEY, che considerava l’assassinio una delle belle arti:” osservando giustamente che grandi folle sono di per sé una specie di buio a causa della densa pressione e della impossibilità di individuare chi ha dato il colpo, si immergevano dappertutto nella folla… e quando ci si domandava dove e chi fosse l’assassino, la risposta era ‘ non est inventus ‘ “.

Furono essi che distrussero la casa di Anania, il Gran Sacerdote, così come i palazzi della dinastia di Erode; inoltre bruciarono gli archivi pubblici per far scomparire le ricevute degli usurai ed impedire il recupero dei crediti.

Tacito ed i Rabbini attribuiscono loro gli incendi di granai

ed il sabotaggio del rifornimento idrico di Gerusalemme: rappresentavano il partito estremista, nazionalista, anti-romano e le loro vittime, sia nella diaspora palestinese che in quella Egiziana, erano i moderati, il partito giudeo favorevole alla pace.

Alcuni personaggi autorevoli, sostengono che avessero una dottrina elaborata, la così detta “ quarta filosofia “, una sorta di protestantesimo ebraico, secondo le cui credenze soltanto Dio era considerato il Signore, la sottomissione politica non era dovuta a nessuna istituzione terrena e si rifiutava l’intermediazione del Clero.

Altri consideravano i Sicarii un movimento di protesta sociale intenzionato ad incitare i poveri a ribellarsi contro i ricchi.

Lo storico Giuseppe Flavio metteva in forse la loro motivazione idealistica, affermando che fossero Listai, cioè ladroni, che agivano per lucro personale, strumentalizzati da forze esterne, a cui il patriottismo e la proclamata difesa della libertà servivano come copertura ideologica.

Ma perfino Giuseppe Flavio ammette che erano pervasi dalla frenesia di un avvento religioso, che mostravano la tendenza a considerare il martirio qualche cosa di gioioso e nutrivano la fede, completamente irrazionale.

In seguito alla caduta di Gerusalemme, dopo che il regime corrotto avesse perso il potere, una vittoria sopra i romani sarebbe stata possibile e Dio si sarebbe rivelato alla sua gente liberandola.

Queste qualità non erano così diffuse tra i comuni listai.

Una simile mistura di speranza messianica e terrorismo politico, era propria di un’altra setta, meglio conosciuta, gli Assassini, una ramificazione degli Ismaeliti, che apparvero nell’undicesimo secolo e vennero soppressi dai Mongoli solo nel tredicesimo secolo.

Gli Assassini hanno affascinato le autorità in materia dell’Occidente per molto tempo e questo interesse è aumentato recentemente, dato che alcune caratteristiche di questo movimento ricordano movimenti terroristici contemporanei.

Dalle loro basi in Persia, si infiltravano in Siria

uccidendo Prefetti, Governatori, Califfi. Arrivarono ad uccidere persino Corrado di Monferrato, il Re Crociato di Gerusalemme; tentarono due volte di uccidere il Saladino, ma fallirono.

Il loro primo capo, Hassan Sibai, sembra avesse capito che il suo gruppo era troppo piccolo per affrontare il nemico in una battaglia aperta e che invece una campagna pianificata, sistematica, a lungo termine, portata avanti da una piccola forza, disciplinata, poteva costituire un’arma politica efficacissima.

Operavano sempre in completa segretezza; i combattenti terroristi, i fidaiin, si travestivano da stranieri o persino da cristiani. Gli Assassini usavano sempre il pugnale, mai il veleno e proiettili perché l’assassinio era un atto sacramentale.

Gli assassini sono stati descritti come un ordine dalla disciplina quasi ascetica che credevano fortemente in un nuovo millennio aspirando alla morte ed al martirio.

La loro lotta appare come un vano tentativo di difendere il proprio sistema di vita contro i selgiuchidi che tentavano di sopprimerli.

Società segrete sono esistite per secoli in India e nell’estremo Oriente

I Thug, la cui esistenza è stata negata dalle autorità anglo-indiane, strangolavano le loro vittime con un laccio di seta e gli affiliati credevano che le origini del fenomeno Thug risalissero ad un atto sacrificale alla dea Kali.

In un esame generale del terrorismo politico il fenomeno Thug come anche altre società segrete cinesi non meritano ulteriore approfondimento.

Tuttavia c’è da dire che alcune delle società segrete più importanti avevano anche precisi obiettivi politici: erano anti Manciù ed odiavano gli stranieri agendo dietro le quinte della ribellione dei boxer.

Il Ku Klux Klan aveva forse un interesse più pronunciato nella politica però neanche esso è da catalogare fra le correnti dei principali movimenti terroristici.

I KKK erano tre: il primo Klan era un prodotto del periodo della ricostruzione americana che colpiva violentemente i negri all’epoca poco emancipati.

Il secondo Klan sosteneva ugualmente la supremazia bianca ed al tempo stesso faceva campagne per altre cause ( patriottismo ).

Paragonati ai sicari, assassini, Thug e Ku Klux Klan, i gruppi terroristici contemporanei sembrano appartenere ad un’altra specie.

Per trovare un punto di partenza per lo studio del terrorismo politico moderno, bisogna guardare in un’altra direzione.

Il terrorismo sistematico comincia nella seconda metà del secolo scorso: i rivoluzionari Russi combatterono un governo autocratico e lo fecero ancora nei primi anni del ventesimo secolo.

Gruppi radicali di nazionalisti

come Irlandesi, Macedoni, Serbi od Armeni, ricorrevano a metodi terroristici nella lotta per l’autonomia o l’indipendenza.

Vi era la propaganda dei fatti anarchica soprattutto negli anni 1890 e successivi in Francia, Italia e Spagna.

Negli Stati Uniti d’America esisteva un tipo di terrorismo proprio della classe operaia come quello praticato dai Molly Maguires, mentre in Spagna si poteva trovare sia un terrorismo agrario che un terrorismo industriale.

Le imprese del terrorismo Irlandese sono state meno sensazionali anche se durate per un periodo molto più lungo.

Le attività dei dinamitardi degli anni ’70 del secolo scorso risultano da una sola operazione spettacolare ( gli assassini di Phoenix Park ) cui seguirono alcuni decenni di tranquillità con altri atti terroristici prima della seconda guerra mondiale e quindi negli anni ’70 del secolo in corso.

Analizzando quindi i vari fenomeni, da ormai trenta anni il terrore urbano attrae l’attenzione generale.

Visto in prospettiva storica non è stato altro che un revival di certe forme di violenza politica che erano già state usate in precedenza in molte parti del mondo e che la rinascita del terrorismo doveva essere guardata come un fenomeno completamente nuovo

I modi di affrontarlo doveva essere discussi come se non fosse mai successo niente del genere.

Fonte: appunti personali di studi universitari

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