Per il quieto vivere

Per il quieto vivere

Per “quieto vivere” quanti errori commettiamo! Tutto nasce dal desiderio che ognuno di noi ha nel voler condurre un’esistenza serena; bisognerebbe capire che, però, vivere in armonia con se stessi e con gli altri non significa farsi i fatti propri.

Al contrario, difendere il bene comune e lavorare per la collettività equivale a migliorare la propria vita. Purtroppo oggi la maggioranza della popolazione interpreta il “quieto vivere” nel non fare il proprio dovere.

E così il vigile urbano non multa chi viola il codice stradale per evitare questioni, il poliziotto non controlla un presunto delinquente per non rischiare spiacevoli conseguenze, a scuola il professore non impone la giusta disciplina a quegli studenti che infastidiscono l’intera classe per non essere vittima di bullismo, il cittadino non denuncia il malfunzionamento di una struttura (pubblica o privata) per timore di non essere servito come il dovere imporrebbe, il condòmino non protesta con il vicino di casa se questi non rispetta le regole comuni …

Se riflettiamo su questi esempi si evince come il mancato intervento per “quieto vivere” crei delle successive situazioni ancora più incresciose: chi non rispetta il codice della strada può causare incidenti anche gravi, il delinquente non arrestato può agire indisturbato e combinarne di tutti i colori, lo studente-bullo se non fermato può trasformarsi in un futuro criminale.

Una società in cui la maggior parte della popolazione, per “quieto vivere”, non adempie al suo dovere si trasformerà presto in un luogo ove regnerà e trionferà l’anarchia.

Il paradosso poi è ascoltare l’odiosa frase “ma chi te lo fa fare?”

E’ in genere proferita da quelle persone che per “quieto vivere” sono inermi ed è detta con tono spregevole verso chi, invece, si oppone contro l’inciviltà e la maleducazione, verso tutte quelle persone oneste che ogni giorno compiono il loro dovere, verso chi crede che riprendere un netturbino che non pulisce la strada sia importante come denunciare un primario assente in ospedale durante gli orari predisposti.

Questa frase, tanto detestabile quanto frequente, è sempre in bocca a persone egoiste che si credono più furbe delle altre.

In realtà, questi individui vuoti sono solo privi di ideali.

“Ogni uomo deve decidere se camminerà nella luce dell’altruismo creativo o nel buio dell’egoismo distruttivo. Questa è la decisione. La più insistente ed urgente domanda della vita è: «che cosa fate voi per gli altri?» Ignorare il male equivale ad esserne complici.”

Martin Luther King (da Il sogno della non violenza. Pensieri)

Mario Monfrecola, webmonster di www.faCCebook.eu, il blog dei “mostri” – www.mariomonfrecola.it

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