Intervista ad Angioletta Domingo

Intervista ad Angioletta Domingo

Abbiamo incontrato casualmente sul web Angioletta Domingo, una bella signora dalle notevoli qualità artistiche.

Ecco il perchè di questa intervista ad Angioletta Domingo, una di quelle persone speciali che non hanno vetrine o palcoscenici per farsi conoscere, ma che meritano di essere apprezzate e valorizzate proprio perchè persone vere, autentiche.

Ecco il perchè di questa intervista ad Angioletta Domingo, per noi una persona speciale…

1- “Parlaci un po’ di te, dove sei nata, le tue esperienze di vita, i tuoi sogni, le tue illusioni…”

-Nasco in Sicilia, a Castellammare del Golfo in provincia di Trapani, uno dei paesi della parte occidentale dove Dio ha dato sicuramente le pennellate migliori, nonchè cittadina che è stata la musa artistica di mio padre, grande poeta dialettale. La mia terra è amata da tutti ma non è per tutti potervi vivere.

Per chi come me ha avuto la “sfortuna” di nascere donna e per di più di bell’aspetto e sognatrice, è stato un grosso svantaggio. La mia vita nasce e finisce nello stesso istante del primo vagito, predestinata com’ero a sottostare alle regole ed alle etichette della società castellammarese.

Tanti, quanti sogni! Amo per questo il buio e nel buio mi rifugio perché trovo lo spazio per sognare, anche se purtroppo il risveglio incombe sempre. Il mio grande rammarico rimane quello di non avere saputo (e potuto) difendere la mia libertà di donna e di artista, che mi è stato sottratto per una visione arcaica della donna che ancora troppo spesso grava sulla mentalità di noi siciliani. Sebbene fossi una ragazza con capacità comunicative notevoli, le mie qualità non erano apprezzate e, al contrario, continuamente contrastate. Noi siciliani siamo persone argute, ma questa è una peculiarità che si rivela spesso un’arma a doppio taglio. Siamo geniali e lo dico con cognizione di causa, riserviamo sorprese anche a noi stessi a volte. Ma la genialità, le esternazioni fraterne, l’amicizia, possono anche essere fraintese.

2- “Da dove è nato il desiderio di creare oggetti di design con le reti da pesca?”

-Di certo nasce dal mio animo. Le prima creazioni nascono a Roma in seguito al mio primo trasferimento dopo 40 anni di dura Sicilia; ma anche lì per cause di forza maggiore dovetti fare i conti con la distanza dal paese perché vivevo in una graziosa villetta di campagna dove affacciandomi vedevo attorno a me recinzione metallica a forma di rete.

3- “E’ vero che prima di giungere a questa tua vena artistica sei stata una wedding planner?

Si, una mia, seppur breve esperienza anche molto apprezzata, malgrado le difficoltà. Infatti fu proprio a Roma che decisi di frequentare (con grandi sacrifici e contrasti) un corso per wedding planner.

Speravo di poter manifestare in un futuro la creatività che mi esplodeva dentro, ma non fu così. Diventai wedding planner sulla carta e certamente lo sono rimasta nell’anima.

4- “Come mai hai deciso di rinunciare a questa attività?”

A causa di un successivo trasferimento a Gubbio, dove pure ebbi l’occasione di organizzare qualche evento, capì che in quel paese le convenzioni locali reclamavano una cerimonialità tradizionale, molto distante dalla visione artistica di una wedding planner. Il paese infatti non apprezzava una figura innovativa ed i clienti pretendevano di imporre le loro esigenze. Malgrado il tentativo di spiegare le qualità e l’importanza di una wedding planner in un evento unico come la cerimonia del matrimonio, i desideri delle coppie si scontravano con la mia creatività, e quindi decisi di rinunciare, depositando il mio sogno in un cassetto che le tarme oramai hanno logorato.

5- “Qual è il sentiero che ti ha condotto a questa scelta sulle reti da pesca?”

Certamente la mia forza d’animo e la capacità di risorgere dalle mie stesse ceneri.

La delusione era stata tanta, ma la necessità di far fronte al presente lasciandomi alle spalle il passato ed il turbamento che mi aveva causato, mi fece riscoprire le mie vecchie reti da pesca, dono affettuoso di un mio carissimo amico pescatore.

Cominciai così a dare forma alla mia prigione emotiva rendendola più accettabile; siamo diventate alleate. Ogni oggetto che formo è un pezzo di dolore che cerco di cancellare dalla mia vita. La rete è quella gabbia dorata dove posso dare la forma che il cuore trasmette.

6- “Cos’è per te il design in generale?”

-E’ un atteggiamento interpretativo, tutto ciò che si crea è design.

La differenza sta nello stile dell’artista che può piacere o meno. Design è l’espressione di ciò che siamo, ve lo descrivo con la mia frase rappresentativa: “Se tutto ciò che viene dall’anima è verità… quello che creò è l’espressione di ciò che io sono”.

Mentre creo non ho interessi materiali ma bensì spirituali, sto plasmando ciò che il cuore mi sta dettando; più sto in solitudine più la mia anima mi trasmette impulsi creativi. Ci sono sensazioni che una penna non può trasmettere scrivendole, l’arte è come l’amore; esiste ma non si vede, si trasmette attraverso le varie forme in cui si manifesta. Questo è il design.

7- “A quali processi sei interessata quando progetti?”

-La mia arte è un urlo sordo e muto ma visibile quasi a tutti, la gente guarda ma non osserva con attenzione.

Pochissime persone possono vantare di conoscermi, anzi, quasi nessuno, eppure vi assicuro conosco tanta gente!

Il mio fine ultimo è esternare ciò che sento. Ogni mia creazione è unica e irripetibile, la perfeziono se sono in vena di curare i dettagli oppure la lascio scarna come mi sento io al momento.

L’altro processo meraviglioso è quando i miei lavori vengono ammirati sinceramente; questo è il prezzo più alto con il quale ho venduto una parte di me, al contrario tengo l’arte dentro le mie teche e l’ammiro io.

Ho avuto grandi soddisfazioni quando l’ho potuta mostrare al pubblico, per me è stato un mix di gioia e libertà pura! Qualcuno ha notato che io vivo, che esisto, qualcuno vuole capire cosa ho dentro e cosa voglio. E’ chiaro che sogno anch’io un piccolo riconoscimento ma un’artista sconosciuta come me non viene notata perché invisibile.

8- “Se tu fossi una materia quale saresti?”

-Se parliamo di materia palpabile io sarei la terra perché così noi siamo e lì ritorneremo.

Al contrario, se parliamo di materia scolastica di certo “Diritto penale e civile”; il mio sogno era fare l’avvocato per difendere i diritti delle donne.

9- “In termini di arredamento cosa rappresenta per te, in senso lato, il massimo lusso?”

-Il massimo lusso, in un appartamento, lo immagino rivivendo quegli affreschi sui tetti antichi dei palazzi barocco siciliani dove ammiro i vasti saloni con quei meravigliosi arazzi appesi, i divani in velluto rosso rifiniti in oro; sono siciliana e amo l’arte dei secoli trascorsi, ne rimango incantata tutte le volte che mi capita di visitarne uno.

Il lusso mi piace ammirarlo ma a mio parere è un eccesso, è un’ostentazione, un’onnipotenza che non ci appartiene. Di certo non è nelle ambizioni di un animo nobile e pacato.

10- “Come pensi possa interagire la tua vena artistica nell’arredamento di un appartamento?”

-Non è per tutti o per tutto la mia rete ma io ho osato; con essa ho arredato con delle fantastiche tende in rete da pesca sottile, abbinata a raso e a dei fiori stupendi di color salmone chiaro e verde, un soggiorno con camino in un antico palazzo di Monterotondo (RM) ma… sorpresa! La proprietaria è siciliana.

Un architetto amico della famiglia rimase sbalordito dall’accostamento inusuale. È chiaro che la vedo più adatta con uno stile rustico o marinaro. Ma con la mia rete si possono creare un’infinità di cose, è poliedrica come me!

11- “Qual è il tuo rapporto con l’incertezza, il caso, l’imprevisto?”

-In quanto ad imprevisti nella vita ho avuto modo di incontrarne molti, però se si tratta di un evento da programmare ci vuole una certa preparazione che io sicuramente non ho ma, istintivamente, vi assicuro che ho salvato cene e pranzi per intemperie o altro riuscendo sempre a far filare tutto liscio.
Sono una donna che ha fatto di tutto e da sola, ma non faccio miracoli però vi assicuro che davanti ad imprevisti di qualsiasi genere non mi sono mai tirata indietro.
In quanto al caso se mi capitasse sarebbe il “caso” di festeggiare perché a me raramente capitano, e credetemi, nulla accade mai per caso!

12- “Di cosa non potrebbe fare a meno la tua casa?”

-Se parliamo di beni d’arredo, la mia casa non potrebbe fare a meno delle piantane in ogni angolo di essa perché amo la luce soffusa e calda; amo i tappeti, i fiori, anche se finti, mi danno vita e speranza che un giorno io possa riavere di nuovo il mio giardino. Ma la mia casa sopra ogni altra cosa, non potrebbe fare a meno della mia famiglia riunita attorno al tavolo, poi, tutto il resto è materia.

13- “Quanto influiscono le mode dell’altrui design nei tuoi progetti?”

-Io non sono mai stata in competizione con nessuno, capisco che suona male nel 2021, sarò un caso da studiare?
Non conosco l’invidia, io rispetto e ammiro i successi altrui, e, se potessi, darei del mio. Mi esprimo come l’attimo richiede nel dare dei pareri miei. Non pretendo che ciò che creo possa piacere a tutti.

Il successo è come il lusso di qualche domanda fa, per me avere successo è l’aver aiutato a crescere uno dei miei tre figli da sola; per altri può essere diventare milionari o altro. Non è nel mio modo di essere. Io non temo nessuno perché riconoscere i propri limiti ed essere umili, non ti fa vedere nessun nemico e questo è il vero successo; al contrario si va a vele spiegate verso uno scoglio. Non temo nessun essere umano ma solo il Divino.

14- “Quale pensiero per il pianeta è presente nella tua progettualità?”

-Mai come in questo momento il mondo ha bisogno di essere ripulito, ed è necessario iniziare educando proprio coloro che lo stanno sporcando.

L’uso della mia rete è un riciclaggio pulito; fa sì che io dia un’altra possibilità di vita a questo meraviglioso oggetto abbandonato nei fondali marini dandole un senso e una nuova valorizzazione; io creo e il pianeta respira.

15- “Hai una formazione in ambito organizzativo e/o artistico che ti guida nelle scelte oppure si tratta di arte innata?”

-Sono figlia di una grande donna molto autorevole e con una vena artistica che non aveva mai fine, che ora non c’è più.

Era stilista, sarta, ricamatrice, era tutto ciò che il bello richiede, era la wedding planner di quei tempi. Le artiste novelle, a volte, toccano argomenti che io ho già sentito e visto con lei; per lei ho sfilato indossando le sue creazioni che poi venivano fatte su misura di chi avrebbe scelto quei modelli.

Ecco da chi ho preso in parte; la mia mamma era davvero magica! Sono stata amata come poche nella vita, quasi soffocantemente, così come, purtroppo, anche da pretendenti: uomini che avrebbero potuto cambiare la mia vita ma che non hanno saputo cogliere l’opportunità.

La vita ha bisogno di autenticità, non di copie; solo l’originalità della bellezza artistica ed innata può combattere clichè morali ed estetici. La scuola d’arte ti forgia e ti insegna la tecnica, ma, se non sei artista dentro non creerai mai nulla.

La mia è un’arte innata; io dalla vita, in larga parte, ho avuto tutto ciò che non avrei mai voluto, tranne i miei figli e chi ho amato veramente.

16- “Chi sono le persone che si rivolgono a te? O meglio, che tipo di persone sono i tuoi clienti?”

-Di certo sono persone curiose che amano il bello, l’esclusiva, amano la casa certamente, vogliono il pezzo unico e introvabile.

Può essere una persona che ha capito cosa sto facendo; chi compra aiuta me e il pianeta, presumibilmente persone sensibili e anche conoscitori del mondo contemporaneo. C’è chi magari non ha capito nulla, le piace e compra perché ha i soldi per farlo.
Devo dire di avere incontrato, grazie a questa mia grande passione, tantissima gente; le mie creazioni sono state apprezzate e comprate da diverse etnie grazie ad alcune mostre, dove ne ho incontrate molte.
La mia maggior soddisfazione è l’osservare nei loro occhi la gioia dell’acquisto.

17- “Qual è la richiesta più incredibile che ti abbiano mai fatto?”

-La più incredibile in assoluto le tende di quel soggiorno di quell’antico palazzo di Monterotondo (RM); un vero successo!

18- “Ci autorizzi a pubblicare alcune foto dei tuoi oggetti di design?”

-Vi ringrazio per l’importanza che avete dato alla mia arte ma, come avrete potuto notare, in quest’intervista è racchiusa quasi una mia biografia completa; fatene buon uso e che questa mia testimonianza di vita possa essere per chi leggerà, una leggerezza in più per la loro.

In conclusione vi autorizzo a pubblicare le mie creazioni e vi raccomando di seguirmi su Instagram(_anmadom_). A presto!

Le creazioni di Angioletta Domingo

Ringraziamo Angioletta per la sua preziosa testimonianza, riportando quanto afferma Luna del Grande:
Le persone speciali profumano di semplicità, luccicano nel cuore e brillano nell’anima.
Zodiac
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